Legge di iniziativa popolare

In questi giorni si fa un gran parlare dell’iniziativa che Beppe Grillo sta portando avanti con la presentazione di una legge di iniziativa popolare per una proposta di un “Parlamento Pulito”. Questo è possibile perchè la nostra Costituzione prevede questo istituto di democrazia diretta. Ma cosa è una Legge di iniziativa Popolare? La legge di iniziativa popolare è un istituto legislativo relativo all’iniziativa legislativa, presente anche in Italia, mediante il quale i cittadini possono, attraverso una raccolta di firme, presentare al Parlamento (o ad un ente amministrativo locale, come la Regione) un progetto di legge, affinché questo sia poi discusso e votato. In Italia il numero di firme necessarie alla presentazione di una legge di iniziativa popolare varia a seconda dell’istituzione, come anche tra regione e regione: per le leggi a carattere nazionale, da presentare in Parlamento, è necessario raccogliere almeno 50mila firme, e presentare tale proposta alla Corte di Cassazione. “Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli” (art.71 Cost.). Gli art.48 e 49 della successiva legge 25 maggio 1970, n.352, stabiliscono che il progetto, accompagnato dalle firme degli elettori proponenti, deve essere presentato ad uno dei Presidenti delle due Camere, il quale lo presenta alla Camera di competenza, la quale deve verificare il computo delle firme e accertare la regolarità della richiesta. Non ci sono limiti se non quelli previsti per l’iniziativa riservata.

La Costituzione

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“Salvo casi di incapacità patologica, comunicare si può e si deve: è un modo utile e facile di contribuire alla pace altrui e propria […] Negare che comunicare si può è falso: si può sempre. Rifiutare di comunicare è colpa; per la comunicazione, ed in specie per quella forma altamente evoluta e nobile che è il linguaggio, siamo biologicamente e socialmente predisposti. Tutte le razze umane parlano; nessuna specie non umana sa parlare.” Primo Levi, “I sommersi e i salvati”, 1986.

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